Progettare in modo sostenibile in base al protocollo LEED (anche senza certificazione)

Lo scorso autunno il nostro Head Engineering Horigon – Isaac Scaramella – si è abilitato come professionista Leed AP® (LEED Accredited Professional). Il 340° in Italia a conseguire questo titolo. Insieme a lui proviamo ad approfondire gli elementi chiave del Protocollo Leed e le diverse applicazioni.

Isaac, ci puoi spiegare cos’è il protocollo LEED e a cosa serve?

Leed è l’acronimo di Leadership in Energy and Environmental Design, è un sistema di valutazione volontario internazionale che misura la sostenibilità di un edificio. L’utilizzo più standard è quando si vuole progettare una nuova costruzione certificata Leed. Questa può essere Certified, Silver, Gold e Platinum in base ai punteggi che il team di lavoro riesce a ottenere in varie macroaree: da Energia e Atmosfera a Localizzazione e trasporti fino alla Qualità Ambientale Interna e così via.

Se ad esempio riqualifico un’area dismessa otterrò più punti, così come se ottimizzo le emissioni in atmosfera o progetto un sistema per il risparmio idrico. I crediti sono davvero tanti. Ci sono ovviamente casi in cui può essere impossibile ottenere alcuni crediti specifici, ad esempio quando devo rispettare un minimo di corse del trasporto pubblico ma il mio edificio è collocato in un’area poco servita.

È difficile riuscire a certificare LEED un edificio?

Non è semplice. Occorre uno sforzo importante. Spesso non riguarda edifici pubblici ma grandi progetti di committenti privati – proprietari, costruttori o investitori – che noi possiamo affiancare nel processo di certificazione di sostenibilità ambientale. Per essere certificati occorre produrre disegni, foto, schede tecniche, e documentazione molto specialistica da presentare all’ U.S. Green Building Council (USGBC)- che poi decreta se certificare o no il progetto.

Non c’è poi una ispezione o un sopralluogo da parte dell’USGBC.

Diciamo comunque che la certificazione Leed si fa tipicamente su progetti di grandi dimensioni dove può esistere un forte ritorno anche in termini economici.

E qual è invece un utilizzo più informale del protocollo LEED?

Posso prendere l’approccio Leed e applicarlo a un progetto qualsiasi, pubblico o privato, per alzare il livello della progettazione in ottica sostenibile. Sono delle ottime linee guida che ti consentono di avere una visione ad ampio spettro. Il protocollo richiede di unire competenze ed esigenze diverse, ad esempio occorre fare attenzione agli apporti di luce solare per l’illuminazione e al tempo stesso al fabbisogno energetico degli spazi in fase di raffrescamento. Noi come Horigon abbiamo la possibilità di lavorare in maniera unitaria con tante specializzazioni progettuali quali acustica, materiali e impiantiall’interno di un percorso integrato, dove io sono la figura di coordinamento.

Quali sono i benefici principali di progettare secondo il protocollo LEED?

Negli USA si ritiene che seguire il protocollo Leed porti a un aumento di valore dell’immobile. Secondo lo studio «Green Is Good: Sustainable Office Outperforms in Class A Urban Markets» [Cushman & Wakefield. (2021)] il valore di vendita cresce del 21% circa e quello di affitto dell’11%.

Sicuramente c’è un ritorno di immagine importante e soprattutto un aumento del benessere delle persone. Ma anche della loro produttività se parliamo di uffici o di una scuola dove i ragazzi migliorano le proprie performance anche grazie alla qualità del luogo dove passano così tante ore ogni giorno. In generale parliamo di un beneficio sanitario, ambientale e umano.