Adattarsi al cambiamento climatico: strategie concrete per migliorare il comfort estivo negli edifici industriali

Il cambiamento climatico non è più una minaccia futura: è una realtà che incide oggi sul nostro modo di progettare, costruire e vivere gli spazi. In un recente caso studio, abbiamo analizzato un edificio industriale alle prese con il surriscaldamento estivo, individuando soluzioni efficaci e replicabili.

Negli ultimi anni, le ondate di calore sono diventate sempre più intense, prolungate e frequenti, soprattutto in aree come il Mediterraneo, riconosciute come veri e propri “hotspot climatici”. Questo ha un impatto diretto non solo sulle città, ma anche sugli edifici industriali, che spesso ospitano processi produttivi con carichi termici già elevati.

È in questo contesto che si inserisce lo studio che abbiamo condotto presso uno stabilimento dolciario di recente costruzione, situato nel Nord Italia. Nonostante l’edificio fosse dotato di impianti moderni e criteri costruttivi avanzati, durante l’estate 2024 sono state rilevate temperature interne fino a 35°C, mettendo in crisi comfort e produttività.

Un approccio integrato per comprendere e risolvere il problema

Per analizzare a fondo le cause del discomfort termico, è stato adottato un approccio multidisciplinare basato su:

  • Simulazione energetica dinamica con software EnergyPlus, per modellare il comportamento termico reale dell’edificio;

  • Monitoraggio in situ delle temperature, utile a calibrare il modello con dati concreti;

  • Analisi del microclima locale, che ha evidenziato scostamenti significativi rispetto ai dati climatici standard;

  • Valutazione comparativa di diversi scenari di intervento, per quantificare benefici, costi e fattibilità.

Uno degli aspetti più critici emersi è la forte influenza dell’effetto isola di calore urbana, dovuto alla presenza di vaste superfici asfaltate e alla scarsità di vegetazione nei pressi dello stabilimento. Le temperature registrate localmente superavano anche di 10°C quelle fornite dai file meteo storici, rendendo i calcoli tradizionali inadeguati.

Quattro soluzioni testate per raffrescare senza consumare

Tra le diverse strategie analizzate abbiamo simulato quattro interventi orientati al raffrescamento passivo, valutandone l’efficacia e l’impatto economico:

  1. Spegnimento notturno della ventilazione meccanica

    Contrariamente all’uso comune della ventilazione notturna per raffrescare, in questo caso le alte temperature notturne peggioravano la situazione. Lo spegnimento notturno ha portato a una riduzione di 2,5°C, senza costi aggiuntivi, anzi, con un leggero risparmio energetico.

  2. Installazione di schermature solari tipo brise-soleil

    Il controllo dell’irraggiamento solare, in particolare su finestre a tetto, ha permesso una riduzione tra 2,5°C e 3°C. L’investimento è  significativo, ma ampiamente giustificato dai benefici, soprattutto se si opta per schermature mobili intelligenti.

  3. Isolamento del sottotetto

    Isolare il volume non abitato del sottotetto ha ridotto il trasferimento di calore verso gli ambienti sottostanti, ottenendo un calo medio di 1,4°C. Tuttavia, per motivi legati alla complessità realizzativa, l’intervento è stato scartato.

  4. Installazione di estrattori d’aria nel sottotetto

    Un intervento semplice ma efficace: rimuovere l’aria calda accumulata ha portato a una riduzione media di 1°C, con costi contenuti e facilità d’installazione.

La forza di una strategia integrata

Combinando le tre soluzioni più efficaci – spegnimento notturno, schermature solari ed estrazione dell’aria dal sottotetto – abbiamo simulato uno scenario integrato. Il risultato? Una riduzione media di quasi 7°C, con picchi di fino a 9,5°C nei giorni più caldi. Un miglioramento significativo, ottenuto senza ricorrere a impianti aggiuntivi energivori.

Lezioni apprese: progettare per il clima di oggi (e di domani)

Questo intervento ha evidenziato con chiarezza un dato di fatto: i metodi progettuali tradizionali, basati su dati climatici storici e su modelli statici, non sono più sufficienti.

È necessario:

  • Introdurre simulazioni dinamiche già nelle fasi preliminari di progetto;

  • Adottare un controllo solare intelligente e flessibile;

  • Ripensare la gestione impiantistica in chiave smart, con sistemi in grado di adattarsi in tempo reale alle condizioni ambientali, grazie a previsioni meteo e building automation.

Adattarsi è innovare

L’esperienza dello stabilimento dolciario dimostra che adattarsi al cambiamento climatico non è solo una risposta all’emergenza, ma anche un’opportunità per innovare. Le soluzioni individuate non solo migliorano il comfort e riducono i consumi, ma contribuiscono a definire nuovi standard progettuali per edifici industriali resilienti, efficienti e climaticamente consapevoli.